Nelle piccole cose fidati della mente,
nelle grandi del cuore.
Sigmund Freud
Da qualche tempo me ne sto accorgendo con chiarezza: le persone mi stanno insegnando più dei professori.
Da loro sto imparando la bellezza viva della psicologia; non dai manuali, non dai programmi, non dalle dispense.
Pensavo che l’università potesse darmi le fondamenta.
Pensavo che avrebbe allestito le stanze nelle quali costruire poi la mia vita.
E invece, dopo sei anni, ho trovato solo un tempo fermo.
Uno spazio vuoto, che non ha saputo parlarmi della realtà di questa materia.
Io la psicologia ce l’avevo già in me prima ancora di iscrivermi.
Solo che non ne avevo coscienza.
Ho capito che non fa per me inseguire titoli.
Non fa per me cercare competenze in corridoi che non respirano.
Io credo di dover cercare ancora, ancora e ancora.
Perché quello che porto dentro,
desidera una forma che gli somigli.
Non mi muovo improvvisando.
Mi muovo seguendo un istinto che ha radici nell’anima.
E forse diventare psicologo, davvero, significa custodire questo lume.
Non accumulare certificazioni.
Non collezionare attestati.
Animae dimidium meae.
È lì che voglio stare.
È lì che voglio arrivare.