
Lettere a Stroit non è un contenuto da far girare, è un’esperienza da far nascere.
Non mi interessa che se ne parli tanto, ma che se ne parli con cura.
Che le persone lo scoprano perché qualcuno, un giorno, gliene ha parlato con occhi pieni e voce calma.
Che non si diffonda come una notizia, ma come una possibilità.
Per questo non farò pubblicità.
E userò Instagram solo marginalmente.
Non per disinteresse, ma per scelta.
Perché credo nella qualità più che nella quantità.
Nel contatto vero più che nello schermo.
Nelle interazioni nate al momento, più che nei post e nei like.
Promuoverò il progetto sul territorio, con il mio tempo, la mia voce, la mia presenza.
Attraverso iniziative dedicate, incontri dal vivo, piccole collaborazioni umane.
Con passo leggero, ma direzione chiara.
Con ingegno, non con fretta.
Il passaparola è una forma d’amore: chi consiglia qualcosa che ama, mette in gioco sé stesso.
E io ci metto l'anima, ogni giorno, per portare Lettere a Stroit a chi ne ha bisogno, senza gridare, senza vendere.
Solo proponendo, e aspettando che la bellezza faccia il suo corso.
Vuoi essere parte di questo scambio? Beh, allora... passaparola!