
Un giorno, quasi per caso, un’idea mi è venuta incontro.
Era un pensiero semplice, ma dentro aveva qualcosa che brillava. Qualcosa di vero.
Non l’ho scartata.
L’ho riconosciuta, l’ho scelta.
L’ho presa per mano e, da quel momento, ho iniziato a costruirla.
Pezzo dopo pezzo, giorno dopo giorno.
All’inizio sembrava solo una scintilla leggera.
Ma col tempo ha preso spazio, ha chiesto impegno, ascolto, dedizione.
Non è stato un gioco. È diventata la mia strada.
Con le sue cadute, le paure che a volte sembravano troppo grandi,
e le gioie che riuscivano a illuminare anche i momenti più bui.
Con le scoperte, con il sudore, con i dubbi e con le speranze.
Oggi sono fiero di quello che ho creato.
Dentro di me c’è un equilibrio fragile e forte allo stesso tempo, una gratitudine profonda per questo cammino che mi ha portato fin qui.
Lettere a Stroit è molto più di un progetto.
È la mia possibilità di fare la differenza, di portare un po’ di calore e ascolto in un mondo che corre spesso troppo veloce.
È un invito a tornare dove tutto inizia: al suono di una parola scelta bene. Alla cura che trasforma il linguaggio in presenza.
Ora sento che è il momento di fare passi più grandi.
Non grandi corse, ma piccoli passi, uno alla volta.
Come dice Shrek, “un passettino minuscolo alla volta”.
Questa è la mia strada, il mio segreto.
Se sei un giornalista, una redazione, una voce che crede nel valore delle storie sincere,
ti invito a scoprire Lettere a Stroit.
Non cerco altro che la gentilezza di chi vuole ascoltare e il desiderio di far arrivare questa storia oltre i confini della mia cameretta.
Perché insieme possiamo far risuonare questa voce più lontano,
raggiungere chi da solo non potrei mai incontrare,
dare presenza a chi ha bisogno di sentire che qualcuno c’è, che qualcuno ascolta.
Non è solo un progetto, è un pezzo di vita, un atto di cura, una promessa fatta con parole vere.
E se vuoi, sarò qui, pronto a raccontarti tutto, con delicatezza, con cura, con il cuore.